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Un giorno, un giovane volle consultare un anziano, su un problema che gli stava a cuore , gli disse :
"Mio signore ! voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico !
Mi sapresti dare un consiglio ? "
L’anziano sorrise, e rispose:
"Posso solo dirti di me. Quand’ero ragazzo, fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico. Fu una cosa bellissima, che diede i suoi frutti, e poi terminò.
Quando divenni adulto, fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico , fu una cosa bellissima, ma l’amico morì, ed anch’io mi sentii morire.
Ora che sono diventato anziano, fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico, ed ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno ed ogni ora, di qualcuno che non so chi sia, e non so dove sia ! "
mormorò il giovane :
"Non dev’essere facile"
continuò l'anziano :
"Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno ! Ma forse lo è perché, proprio rinunciando ad averne uno, se ne possono avere tanti ! "
domandò il giovane :
" Non si saprà mai chi saranno ? "
rispose l'anziano :
" Mai ! bisogna tenere il cuore spalancato, perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia, perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno, perché ognuno si senta se stesso, ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile. Chi cerca di essere amico, è un po’ come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata ! Chi ha come amico il mare, me lo sai dire ? "
rispose il giovane :
"Il cielo ! "
replicò l'anziano :
"Infatti ! Chi cerca di essere amico, può solo sperare che il cielo gli sorrida ; e che i gabbiani non smettano di posarglisi sopra ! "
A questo punto, il giovane tacque a lungo, avvolto in profondi pensieri.
Poi guardò l’anziano, con uno strano sorriso, e gli chiese:
"Mi permetti di essere un tuo gabbiano ? "
L’anziano gli rispose:
"Benvenuto! "