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“Cari Fratelli, forza! La metà di noi siamo nella vecchiaia: la vecchiaia è – mi piace dirlo così – la sede della sapienza della vita. I vecchi hanno la sapienza di avere camminato nella vita, come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio. E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù. Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita.
Mi viene in mente quello che un poeta tedesco diceva della vecchiaia: “Es ist ruhig, das Alter, und fromm”: è il tempo della tranquillità e della preghiera. E anche di dare ai giovani questa saggezza”.
“Tornerete ora nelle rispettive sedi per continuare il vostro ministero – ha proseguito -
Tale esperienza unica e incomparabile, ci ha permesso di cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore di Cristo Risorto: un giorno guarderemo quel volto bellissimo del Cristo Risorto”.
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...Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti! Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza. Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario.....
[Papa Francesco, discorso ai cardinali, 15 marzo 2013]
“Per otto anni ci è stato dato un papa della levatura intellettuale di Gregorio Magno, e non se ne sono neppure accorti perché troppo distratti dalle scarpe rosse cosiddette "di Prada", dalla mozzetta e dalla croce d'oro.
Nella sua Santa Condiscendenza, allora, lo Spirito ha pensato bene di darcene un altro di stile completamente diverso per comunicarci in parole più povere (ma neanche tanto) le stesse cose, eppure non se ne accorgeranno lo stesso perché troppo distratti dal "segno di discontinuità" delle scarpe marroni, dell'assenza di mozzetta e dalla croce di ferro...
Si sono persi il primo, e si perderanno pure il secondo.
E per quanto riguarda la seconda categoria, se si perderanno il secondo, ci sarà da dubitare che abbiano mai per davvero capito il primo, nonostante gli entusiasmi.”