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Ero stufa d’esser donna,
stufa del dolore,
dell’irrilevante dettaglio del sesso,
la mia concavità
inutilmente affamata
e più vuota ogni volta che era piena,
e riempita infine
del suo stesso vuoto,
cercando il giardino della solitudine
anziché gli uomini.
Il letto bianco
nel verde giardino -
Desideravo
dormire sola
così come altri
desiderano un amore.
Persino quando sei arrivato tu
ho cercato di mandarti
via con la mia tristezza,
le mie ciniche seduzioni,
ed il mio trucco di
trasformare lo schiavo
in padrone.
E tutto perché
tu mi facevi
dolere le punte delle dita,
ed incrociare gli occhi
in una passione
che non sapeva nemmeno il proprio nome.
Orso, bestia, amante
del libro del mio corpo,
mi hai voltato le pagine
e scoperto
ciò che restava
da scrivere
sull’altro lato.
Ed ora
sono bianca
per te,
una tabula rasa
pronta ad esser stampata
con lettere
di una lingua sconosciuta
dalla gran rotativa
del nostro amore.
(Erica Jong)