Menu principale:
Signore, è squallido questo luogo.
Non è peggiore di quanto avessi immaginato.
No, ma è una cosa completamente diversa.
Mi è estraneo, ed è proprio questo che mi sconvolge.
Allora ho paura. Ecco tutto.
L'ambulanza, la lettiga, l'ascensore, tutto ciò scorre così in fretta sotto i miei occhi...
Avevo voglia di dir loro, a tutti: "Ma no, c’è un errore, non è per me, vediamo! Non può essere per me..."
Invece era proprio per me. Tutto questo e senza dubbio anche molte altre cose...
Vorrei sapere, Signore, vorrei sapere con precisione.
Poco fa, è venuto un giovane col camice bianco.
Un viso da ragazzo, ma dei gesti sicuri, un modo di fare preciso, quasi penetrante. E completamente anonimo.
Non so più con precisione che cosa mi abbia risposto.
Ha mormorato un: "Bene vedremo..." con tono interessato, e, andandosene, ha suggerito all'infermiera non so che cosa.
Infatti non ne so più di prima.
Ed è proprio questo che non voglio. E' questo che temo.
Non sapere...
Non sapere di preciso che male ho, che cosa "essi" mi faranno, ne se mi terranno qui a lungo.
Non sapere nulla.
Dipendere. Sapere che dipendo da ogni genere di eventi e persone.
C’è una grazia che vorrei domandarti, Signore. La pace? Si, ne ho bisogno.
Ma più ancora. Ho bisogno di qualcosa di più, perché non so come tutta questa faccenda andrà a finire.
Vorrei la virtù più alta per un malato...
Si: la letizia.
-