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Signore, avevo detto che questa sera non volevo pregare.
Ho troppa paura: non voglio correre il rischio di udirti.
Dovrei sforzarmi ancora, sforzarmi sempre.
E questa sera non voglio fare questo sforzo.
Questa sera proprio no.
Questo seguito di giorni in cui non balena alcun imprevisto, e che mi annoio...
Tutti questi giorni che passano senza che io sappia se ho progredito, se sono un po' migliore.
E' buio e penso che il domani è vicino.
Quando mi sveglierò -
Non migliore, non peggiore, con la stessa giornata da passare, le stesse occasioni di fare del bene, e cui mancherò come al solito.
Quante volte, tuttavia, ti ho chiesto la perfezione: "Siate perfetti come è perfetto il, Padre vostro, che è nei cieli...".
Non ci sono arrivato.
Ed ora che il tempo passa mi domando se ci riuscirò un giorno, e se vale la pena che mi sforzi.
Mi domando, Signore, se ho cercato la perfezione in modo abbastanza puro.
Ah! avrei voluto ornarmene, adornarmene...
Essere per gli altri, per me, un santo...
Occorre che io rinunci a tutto questo.
E che ammetta, semplicemente, una buona volta, di essere soltanto quello che sono.
Forse, Signore, è proprio questo che tu chiami "diventare come fanciulli".
Accettarsi con la stessa semplicità di cuore con cui tu ci hai accettato tutti quanti siamo.
Accettare di essere, semplicemente, quelli per cui tu sei venuto: peccatori per i quali il tuo Vangelo è talmente buono.
Più buono di quanto non si dica.
Un tempo, te lo confesso, la tua preferenza per i peccatori mi infastidiva.
Si, quella tua preferenza aperta a tutto ciò che cade, per tutto ciò che "non costa caro".
Mancava poco, Signore, che non prendessi le difese dei farisei; avrei anche trovato degli argomenti.
Ma ora è diverso.
Sono gli altri che io capisco, tutti quelli di cui si parla nel Vangelo.
Le povere persone qualunque, quelle che sanno di valer ben poco.
E', senza dubbio, perché comincio a capire... che sono anch'io fra quelle.
E che tu sei venuto per noi.
Ma, Signore, non domandarmi troppo questa sera.
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