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Il 13 ottobre 1917 la Vergine apparve per l’ultima volta ai tre pastorelli di Fatima. Ma quell’ultima visione fu caratterizzata da uno straordinario segno celeste, passato alla storia come il “miracolo del sole”.
È il 31 ottobre 1917 e la piccola città portoghese di Fatima è da cinque mesi epicentro di un sommovimento sociale ed ecclesiale, di fede e ragione, che supera per eco perfino il non lontano rombo dei cannoni del primo conflitto mondiale.
Dal 13 maggio precedente, il piccolo mondo antico delle autorità dell’epoca ha stretto in una morsa inquisitoria una ragazzina e suoi i due cuginetti, passati in un lampo dall’essere sconosciuti pastori a pietre dello scandalo, santi o bugiardi a seconda di chi ha scelto di credere o rigettare ciò che vanno raccontando: di quel lampo visto fra gli alberi e della Signora vestita di bianco con il Rosario tra le mani, del mare di fiamme che avviluppa sagome umane e della preghiera che sola salverà il mondo.
Cinque mesi di visioni e vessazioni, per arrivare a quel 13 ottobre, data in cui la stessa Signora ha promesso un segno straordinario. Proprio perché anticipato, l’evento possiede degli accattivanti connotati mediatici. Così, mischiati alle decine di migliaia di persone ammassate quel giorno tra l’erba e il fango della Cova d’Iria – una cifra che oscilla tra le 20 e le 80 mila – vi sono diversi giornalisti e perfino un inviato del New York Times.
Tra la folla serpeggia un senso d’attesa così intenso da sembrare “solido” man mano che ci si avvicina a mezzogiorno, l’ora delle apparizioni.
Ma di un giorno destinato a diventare storia può essere interessante riascoltarne la cronaca, quella che Avelino de Almeida, giornalista de “O Século” di Lisbona, fece di quella mattina, poi al centro di mille citazioni: “Il sole sorge, ma l'aspetto del cielo minaccia temporale. Nuvole nere si ammassano sulla folla di Fatima. [...] Alle dieci il cielo si oscura totalmente e non tarda a cadere una forte pioggia. [...] I fanciulli affermano che la Signora aveva parlato loro ancora una volta, e il cielo, prima caliginoso, comincia subito a schiarirsi in alto; la pioggia cessa e si presenta il sole che inonda di luce il paesaggio…”. Mezzogiorno sta per scoccare e con esso l’ora di una verità troppo grande, come lo sono quelle dello spirito, che in tanti vorrebbero tangibilmente confermata dalla materia.
Nasi all’aria, occhi a scrutare il sole che si libera dalle ultime filacce di nubi e si staglia nitido allo zenit, finché – per dirla con le parole del cronista – “si assiste a uno spettacolo unico e incredibile per chi non fu testimone di esso”: “L'astro sembra un disco di argento scuro ed è possibile fissarlo senza il minimo sforzo. Non brucia, non acceca. Si direbbe realizzarsi un'eclissi.
Ma ecco che un grido colossale si alza, e dagli spettatori che si trovano più vicini si ode gridare: 'Miracolo, Miracolo! Meraviglia, meraviglia!'.
Agli occhi sbalorditi di quella folla […] il sole tremò ed ebbe mai visti movimenti bruschi fuori da tutte le leggi cosmiche, il sole 'ballò', secondo la tipica espressione dei contadini”. Il sole che “danza” contro la volta celeste, che cambia colore e può essere fissato senza bruciarsi gli occhi è il sigillo della Signora vestita di bianco che non apparirà più, ma che ha lasciato una strada di luce per il mondo travolto da una distruzione globale e presto alla soglie di un’altra catastrofe bellica. Tuttavia, quel giorno memorabile riceverà più tardi un’altra eccezionale conferma a distanza.
È Pio XII in persona, poco tempo prima di morire, a scrivere cosa gli accadde di vedere il 30 ottobre 1950, durante una passeggiata nei Giardini Vaticani. Mentre Papa Pacelli sta per giungere all’altezza del piazzale della Madonna di Lourdes, ubicato sulla collinetta alle spalle della Basilica vaticana, solleva gli occhi da fogli che sta leggendo e viene colpito, come scrisse, da “un fenomeno, mai fino allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un cerchio luminoso” visibile tuttavia “senza riceverne la minima molestia”.
“Il globo opaco – prosegue Pio XII – si muoveva all'esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa.
Ma nell'interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti”.
Papa Pacelli affermerà di aver assistito allo stesso fenomeno il giorno seguente, 31 ottobre, e il primo novembre, ovvero il giorno in cui Pio XII ha fissato la solenne proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Un altro sigillo del cielo (avvistato ancora una volta l'8 novembre 1950) a quella che Benedetto XVI nel 2007 definirà “la più profetica delle apparizioni moderne”.