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"Alla Chiesa, si dice, è affidato il ministero pastorale; essa proclama il vangelo ai credenti, ma non insegna ai teologi.
Una tale separazione tra proclamazione e insegnamento è però profondamente in contrasto con la natura del messaggio della rivelazione biblica.
La Chiesa ha realizzato una vera e propria emancipazione dei semplici e ha riconosciuto anche a loro la capacità di essere « filosofi » nel vero senso della parola, cioè di comprendere quanto è proprio e caratteristico dell’umano altrettanto bene, se non addirittura meglio dei « dotti ».
Le espressioni di Gesù circa la stoltezza dei sapienti e la sapienza dei piccoli (in particolar modo Mt 11,25, e paralleli) sono riferite esattamente a circostanze del genere: esse attestano che il cristianesimo è nella sua radice una religione di popolo, una confessione in cui non si dà affatto alcuna differenziazione d’ordine o di classe.
In realtà, l'annuncio mediante la predicazione è insegnamento, e di tipo normativo.
È questa la sua essenza, poiché esso non propone una qualche modalità di impiego del tempo libero o una sorta di intrattenimento religioso. L'annuncio cristiano vuole dire all'uomo chi egli sia e che cosa debba fare per essere davvero se stesso.
Ma come potrebbe, la Chiesa, insegnare in modo normativo, se tale insegnamento dovesse al tempo stesso suonare non normativo per i teologi? L'essenza del magistero ecclesiale consiste proprio nel fatto che la proclamazione della fede è posta come il parametro critico, valido anche per la stessa teologia: proprio quest'annuncio, anzi, costituisce l'oggetto della riflessione teologica.
Per questa ragione, la fede dei semplici non è una specie di teologia « ridimensionata » ad uso e consumo dei laici né una sorta di « platonismo per il popolo ».
La verità delle cose sta invece esattamente all'opposto di questa presunzione: è l'annuncio cristiano l'« unità di misura » della teologia, non la teologia l'unità di misura dell'annuncio.
È certamente corretto affermare che la Chiesa, nel suo ministero pastorale, è «abilitata » alla proclamazione dell'annuncio cristiano, e non invece all'insegnamento teologico-
Ma l'ufficio della proclamazione dell'annuncio cristiano è il magistero anche per la teologia."
(Internationale katholische Zeitschrift Communio, 15 (1986), pp. 526s)