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E' un lenzuolo funerario di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni di maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella Passione di Gesù.
La tradizione identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.
Il lenzuolo riporta due immagini molto tenui che ritraggono un corpo umano nudo, a grandezza naturale, una di fronte (immagine frontale) e l'altra di schiena (immagine dorsale); sono allineate testa contro testa, separate da uno spazio che non reca tracce corporee.
Sono di colore più scuro di quello del telo.
Ognuna delle due immagini appare essere la proiezione verticale di una figura umana, e non quella che si otterrebbe stendendo un lenzuolo a contatto con il corpo umano (ad esempio il viso dovrebbe apparire molto più largo).
L'immagine, come si scoprì nel 1898 quando la Sindone fu fotografata per la prima volta, è più comprensibile nel negativo fotografico.
Il corpo raffigurato appare quello di un maschio adulto, con la barba e i capelli lunghi.
L'immagine presenta numerose ferite: le più evidenti sono le ferite ai polsi e agli avampiedi e una larga ferita da taglio al costato.
Il tutto corrisponde alla tradizionale iconografia di Gesù e al resoconto evangelico della crocifissione.