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Un treno arriva, è carico di bimbi,
felici che il viaggio interminabile è finito.
E cantano gioiosi giocando nella neve.
Sorridendo gli aguzzini li accarezzano,
li portano alle docce. Son mille;
bimbi ignari, voci bianche, celestiali.
In tre ore mille bimbi sono morti.
Ricci d'oro in mezzo al fango e nell'aria,
i suoni delle risa, i sorrisi dentro al fumo.
La morte, sparpagliata a piene mani
sopra i corpi martoriati.
Sulle teste dei bambini che cantavano.
L'uomo, e il pozzo più profondo in cui è caduto.
La neve, cade lieve sull'eccidio e non lo copre.
(Liberamente tratto da un racconto di un sopravvissuto)