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"Chi oggi parla di "protestantizzazione" della Chiesa cattolica, intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo della Chiesa, un'altra visione del rapporto fra Chiesa e vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integrista (..).. il protestantesimo è nato all'inizio dell'epoca moderna ed è pertanto molto più apparentato che non il cattolicesimo con le idee-
La sua attuale configurazione l'ha trovata in gran parte proprio nell'incontro con le grandi correnti filosofiche del XIX secolo.
È la sua chance ed insieme la sua fragilità questo suo essere molto aperto al pensiero moderno.
Così può nascere l'opinione (proprio presso teologi cattolici che non sanno più che fare della teologia tradizionale) che nel "protestantesimo " si possano trovare già tracciate le vie giuste per l'intesa fra la fede e il mondo moderno.
Un ruolo di primo piano spetta ieri come oggi al principio -
Il cristiano medio di oggi deriva da questo principio che la fede nasce dall'opinione individuale, dal lavoro intellettuale e dall'intervento dello specialista; ed una simile visione gli sembra più "moderna" ed "evidente" che non le posizioni cattoliche.
Da una simile concezione deriva logicamente che il concetto cattolico di Chiesa non è più realizzabile e che si deve cercare un nuovo modello da qualche parte, nel vasto ambito del fenomeno "protestantesimo" ."
(Rapporto sulla Fede cap. undicesimo)