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"Mi piacerebbe vedere la conversione di tanti che non credono e si allontanano. Mi piacerebbe abbracciare la vita con le mie mani spezzate, nella mia barca spezzata. Mi piacerebbe inventarmi un paesaggio. Creare un mondo reale. Inventarmi sorrisi, dipingere gioie.
Sì, mi piacerebbe fare tante cose e smettere di farne altre. Legare e slegare. Andare e non andare. Correre e fermarmi. Parlare e tacere. Con calma. Aspettando che la vita diventi una via libera.
Voglio inventarmi una cosa che mi dia sicurezza per camminare senza paura. E poi vedo che la cosa che mi dà sicurezza ce l'ho solo se credo.
Se non credo, finisco per tenere le redini della vita aspettando il tempo giusto, sperando che le cose siano quello che non sono state mai.
Aspettando che tutto sia chiaro. Camminando lentamente per paura di cadere.
Mi manca la fede. Quella fede dei bambini che non temono le sorprese, che cavalcano sicuri, che cammino erranti. La fiducia cieca nel fatto che un passo con paura equivale a un salto coraggioso. Ogni mattina, ogni sera".