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...La Chiesa presume da sempre che chiunque celebri l'eucarestia abbia bisogno di dire: "Io ho peccato; non guardare, Signore, ai miei peccati".
E' stata l'invocazione obbligatoria di ogni sacerdote: i vescovi, il papa stesso alla pari dell'ultimo prete dovevano pronunciarla nella loro celebrazione quotidiana della messa. E anche i laici, tutti gli altri membri della Chiesa, erano chiamati a unirsi a quel riconoscimento di colpa.
Dunque "tutti" nella Chiesa, senza alcuna eccezione, dovevano confessarsi peccatori, invocare il perdono, mettersi quindi sulla via della loro vera riforma.
Ma questo non significava affatto che fosse peccatrice la Chiesa in quanto tale. La Chiesa è una realtà che supera, misteriosamente e insieme infinitamente, la somma dei suoi membri. Infatti, per ottenere il perdono di Cristo, si opponeva "il mio peccato alla fede della sua Chiesa".
Oggi questo sembra dimenticato da molti teologi, da molti ecclesiastici, da molti laici. Non si è verificata solo un'oscillazione, quasi uno slittamento dall' "io" al "noi", dalla responsabilità personale alla sottolineatura di quella collettiva.
Si ha addirittura l'impressione che alcuni, magari inconsciamente, rovescino l'invocazione, intendendola come: "Non guardare ai peccati della Chiesa ma alla mia fede".
Se davvero avviene questo, le conseguenze sono gravi: le colpe dei singoli diventano le colpe della Chiesa e la fede è ridotta a un fatto personale, al "mio" modo di comprendere e riconoscere Dio e le sue richieste...
JOSEPH RATZINGER -
...Ogni concilio, cioè, per dare davvero frutto, deve essere seguito da
un'ondata di santità. Così è stato dopo Trento che proprio grazie a questo raggiunse il suo scopo di vera riforma.
La salvezza per la Chiesa viene dal suo interno, ma non è affatto detto che venga dai decreti della gerarchia.
Dipenderà da tutti i cattolici, chiamati a dargli vita, se il Vaticano II e
i suoi esiti saranno considerati un periodo luminoso per la storia della Chiesa.
Come ha ripetuto di frequente Giovanni ,Paolo II: "La Chiesa di oggi non ha bisogno di nuovi riformatori. La Chiesa ha bisogno di nuovi santi""....
JOSEPH RATZIINGER a colloquio con Vittorio Messori -