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Signore, il colpo è stato duro. Da ieri sono arrabbiato. Quando ho visto l'elenco dei promossi...
E' assurdo, ma, da ieri non ti ho nemmeno pregato. No. Ero troppo arrabbiato.
Dovevo trovare un responsabile. Li ho passati tutti in rassegna, una per volta...
I professori -
I compagni -
Gli argomenti -
I miei genitori -
Anche a te, Signore, che avresti dovuto...
Allora, vengo a chiederti perdono, perché sono stato odioso, come un fanciullo viziato.
E poi ho molte cose da domandarti.
Vorrei, prima di tutto, conoscermi un po' meglio. Sapere misurare le mie forze, su tutti i piani.
Prima dell'esame, mi credevo così forte... Ah! Avrei fatto vedere io!
Perché in fondo questa è la prima volta che non sono riuscito.
Al ritorno, dopo aver visto i risultati, mi vedevo finito.
Un "pover’uomo" incapace di fare i suoi studi.
Ma non si trattava che di orgoglio; ora lo capisco meglio.
Non ho ancora il coraggio di ringraziarti, Signore, della grazia che accompagna questo brutto momento.
Non ancora, è troppo presto.
Ma, ora, aiutami a profittare di questo "colpo duro". Per conoscermi come sono, senza sdegno, ma anche senza cieca fiducia.
Aiutami ad avere di me stesso un giudizio sano e preciso.
Senza irritazione, ancora una volta, senza la collera di ragazzo deluso.
E senza far tragedie; bisogna essere delle persone serie.
Senza falsa ironia. Fa male.
Senza darmi l'aria stanca di quarant'anni.
Farebbe ridere... gli uomini di quarant'anni. E credo che non avrebbero del tutto torto.
Signore, insegnami, a poco a poco, la semplicità.
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