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Sul monte Gauro, detto anche S. Angelo, posto tra le città di Castellammare di Stabia e Vico Equense, S. Michele comparve a S. Catello, Vescovo allora di Stabia e a S. Antonino Abate che si erano colà ritirati per godere un po’ di quella quiete, che porta con sé la solitudine; ed approvando la loro risoluzione li esortò ad edificare in suo onore una Chiesa nel luogo dove avrebbero veduto una fiaccola ardente.
Il che fu tosto eseguito da quelle sante persone, in modo che fosse loro permesso di ritirarvisi dentro per attendere con più fervore agli esercizi spirituali intrapresi.
Ma essendo stato il Vescovo Catello da alcuni nemici fortemente perseguitato sino a farlo andane in carcere a Roma, non lasciò S. Michele di fare che sì il Sommo Pontefice, persuaso della sua innocenza, non solo lo lasciasse andare libero nella sua Chiesa, ma gli donasse anche una statua di marmo di S. Michele con alcune colonne pur di marmo, acciocché potesse adornare con più magnificenza la rozza Chiesa incominciata in onore del suo liberatore; il che egli fece nel ritorno, ed è quella che contro le ingiurie del tempo sino ai giorni nostri ancora si vede.
In questa i divoti di S. Michele Arcangelo di tutti quei contorni sogliono celebrarvi la festa il di primo di Agosto.