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Il 7 ottobre la Chiesa celebra una grande vittoria militare per la libertà della cristianità dal dominio ottomano. Oggi, (ottobre 2014) un altro califfato minaccia la libertà religiosa, in Iraq e in Siria, ma anche nel resto del mondo. Pregare Maria ricordando Lepanto e la straordinaria forza del Rosario
Madonna Caravaggio
La battaglia navale di Lepanto, che si svolse all’interno della guerra di Cipro, ha segnato uno momento decisivo per la storia europea. La vittoria riportata dalla Lega Santa contro l’impero turco fu accolta dai contemporanei come un momento cruciale per scampare dal pericolo ottomano e fu enorme la gioia che attraversò il continente quando arrivò la notizia della vittoria. In tutta Europa, e specialmente a Roma, si registrarono scene di esultanza e giubilo, spesso anche esagerate, e tanto fu il clamore allora che il mito della battaglia di Lepanto è arrivato fino ai nostri giorni.
Oggi è celebrato da molti come l’evento simbolo di una cristianità che aveva difeso se stessa, la propria civiltà, la propria storia e la propria fede. Indubbiamente la storia ci racconta che a Lepanto si registrò la prima grande vittoria cristiana contro i musulmani. Eppure la reale portata politica e militare della battaglia non è ancora chiara, anzi, per molti storici fu quasi nulla.
Il giorno più bello del secolo
La guerra di Cipro fu, alla fine, persa e gli ottomani, già l’anno successivo, poterono disporre di una flotta non inferiore a quella schierata contro la Lega Santa. Ma ciò che rimane è l’effetto e la percezione che i contemporanei ebbero di quel 7 ottobre 1571. Quel giorno, scrisse il grande scrittore spagnolo Cervantes, rappresenta il più bello di tutto il secolo. Cosa nasconde quindi la battaglia di Lepanto? O meglio, evitando inutili esoterismi, quale novità ha evidenziato la vittoria di Lepanto per la nostra storia?
Il pontefice San Pio V aveva capito prima di ogni altro che per difendere l’Europa serviva una coalizione. Doveva, cioè, vincere gli egoismi delle nazioni cristiane che erano troppo impegnate a litigare per rivendicare ognuna i propri interessi politici ed economici e unirle contro il comune nemico. Il Pontefice, persona quanto mai lontana da ogni idea bellica, si trovò perciò costretto a tessere una fitta rete di incontri e condurre un attento e scrupoloso lavoro diplomatico per superare le divisioni. Riuscì nel suo capolavoro politico e allestì un’alleanza di nazioni cattoliche, la Lega Santa, costruita attorno alla potenza militare ed economica spagnola e a quella navale di Venezia e affidata al comandante Don Giovanni d’Austria.
Pregare per la vittoria
Ma san Pio V non si fermò all’impegno diplomatico. Uomo di grande fede e di preghiera affidò tutta la spedizione alla Madonna. Le sue attenzioni e le preghiere vennero rivolte alla Santa Casa di Loreto, che già allora era il luogo mariano più importante. Il papa ordinò di pregare nella Basilica di Loreto, organizzò rosari per le vie di Roma e raccomandò speciali preghiere diurne e notturne in tutti i monasteri. Marcantonio Colonna comandante scelto a guidare la flotta pontificia, prima di partire, fece un pellegrinaggio a Loreto con la moglie per affidare la guerra nelle mani della Vergine.
Sappiamo come andò la battaglia. Il comandate capo ottomano morì combattendo e le navi musulmane il pomeriggio del 7 ottobre del 1751 (in realtà il 17 ottobre, per il diverso conteggio che si faceva al tempo) decisero di ritirarsi. La notizia si diffuse presto e ovunque venne accolta con grandi feste. A Roma i cittadini si riversarono nelle strade celebrando la vittoria con spari e fuochi inneggiando al papa. Nonostante la guerra di Cipro non fosse finita l’Europa riportò una vittoria davvero eccezionale. Ma non dal punto di vista politico o strategico.
Il popolo cristiano sperimentò in modo chiaro e lampante la forza della devozione alla Madre di Dio e l’efficacia del rosario, la «catena» che lega chi lo recita alla Vergine. La cristianità usciva dalla battaglia di Lepanto con una forte ed incrollabile certezza: Maria aveva difeso la flotta cristiana. E scopriva che Maria, la Madre che Cristo stesso aveva affidato alla Sua Chiesa, con la sua potente intercessione poteva intervenire nella storia e cambiare il corso degli eventi. Si può immaginare quale gioia produsse una simile esperienza.
In Spagna e in Italia sorsero chiese e cappelle dedicate a Maria della Vittoria. Le raffigurazioni della Madonna del Rosario si moltiplicarono, in Vaticano la battaglia venne consegnata ai posteri attraverso gli affreschi nella Sala Regia.
San Pio V istituì, la prima domenica di ottobre, la festa di Nostra Signora della Vittoria e inserì nelle litanie lauretane il titolo di «aiuto dei cristiani».
Fu poi, qualche anno più tardi con papa Gregorio XIII, che il 7 ottobre diventò la festa della Beata Maria Vergine del Rosario, come anche noi oggi festeggiamo. La tradizione narra che Don Giovanni d’Austria intraprese un pellegrinaggio da Napoli a Loreto per ringraziare la Madonna e che poi fu seguito, di volta in volta, da tutti i militari tornati dalla spedizione e dai prigionieri cristiani liberati. Tutti portarono alla Vergine il loro ringraziamento lasciando nella Santa Casa chi le catene, chi le armi, con cui poi vennero costruiti le cancellate degli altari laterali nella Basilica. Per la storia europea Lepanto fu soprattutto questo, un momento decisivo in cui i cristiani capirono di avere una Madre a cui affidarsi.
Michele Canali
http://www.comunitambrosiana.org