Il momento in cui l'uomo raggiunge la sua "povertà" assoluta è quello della sua morte.
Allora tutto in lui si "spoglia": cessano tutte le sue "capacità": di intelligenza, di volontà, di amore, di vita fisica.
E' steso nell'impotenza assoluta... Ed è proprio in questa posizione che adora il suo creatore - il nulla che adora il suo tutto - e che si "restituisce" a Lui, sperando solo nella sua misericordia.
Vivere in questo spirito nelle quotidiane "spogliazioni" che la vita comporta - che sono pur sempre causa di tristezza e di sofferenza -; sforzarsi con l'aiuto di Dio di accettare con serenità di non poter più fare o avere quello che ieri ci esaltava, accettare in una parola di "morire a poco a poco", perché invecchiare è perdere ogni giorno qualcosa; tutto questo è occasione che la Grazia ci offre di "convertire" la sofferenza e la nostalgia in beatitudine; è prepararci ad essere "poveri di spirito e di cuore", unica condizione per entrare nel Regno dei cieli.
- Giacomino Piana -