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Una sera un pescatore entrò di soppiatto nella proprietà di un uomo ricco e gettò la rete in un lago pieno di pesci.
Il proprietario lo sentì e mandò le sue guardie a cercarlo.
Quando vide tutta quella gente che lo cercava alla luce delle torce, il pescatore si affrettò a cospargersi il corpo di cenere e si sedette sotto un albero, come fanno i santoni in India.
Il padrone e le sue guardie non riuscirono a scovare il pescatore di frodo, pur avendolo cercato a lungo.
Trovarono soltanto un santone coperto di cenere, che stava seduto sotto un albero assorto in meditazione.
Il giorno seguente si sparse la voce che un grande saggio aveva deciso di porre la sua dimora nei terreni dell'uomo ricco.
La gente si radunò con fiori, frutta e anche molto denaro in segno di omaggio, poiché, secondo la loro credenza religiosa, i doni fatti a un santo procurano al donatore la benedizione di Dio.
Il pescatore trasformato in saggio era esterrefatto di fronte alla fortuna che gli era capitata. "È più facile vivere della fede di queste persone che non del sudore della fronte", disse fra sé. E così continuò a meditare e non tornò mai più al suo lavoro.
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Tratto da “La preghiera della rana. Saggezza popolare dell’oriente” Ed. Paoline 1988