Meditazione sulla lavanda dei piedi - Fr. Luciano OFM conv. - leggoerifletto

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Meditazione sulla lavanda dei piedi - Fr. Luciano OFM conv.



Giovanni 13,1-38
Non c’è brano più bello e significativo di questo.
In questo brano si rivela chi è Gesù, ed il suo amore per noi.
Nella lavanda dei piedi a confronto degli altri evangelisti, l’evangelista Giovanni presenta l’istituzione dell’Eucarestia, a differenza dell’ultima cena, che in Giovanni non viene rappresentata, non c’è nel vangelo, ma e descritta nella lavanda dei piedi, non c’è la benedizione del pane e del vino, non ci dobbiamo dimenticare che l’Eucarestia e servizio, ringraziamento, dono per gli altri, e non poteva essere descritta meglio della lavanda dei piedi, e un andare incontro altro, farsi prossimo spontaneamente, l’Eucarestia viene narrata nella lavanda attraverso il servizio, il boccone a Giuda, che poi lì lava anche i piedi, con il perdono, perché Dio ama fino in fondo, fino alla fine con amore gratuito.
La lavanda dei piedi è il piegarsi sull’uomo del Signore, qui c’è la vera glorificazione del figlio e del Padre, la lavanda dei piedi non è una umiliazione o abbassamento o un mettersi sotto i piedi degli uomini, ma è un servire regale, questo è il vero scopo di Gesù, servire gli uomini, è l’umiltà di Dio che si fa servizio, che proviene dall’infinito amore verso gli uomini; qui Gesù si presenta e lo conferma di essere lui il Signore e Maestro, ma si presenta sotto la presenza di servitore; (la lavanda dei piedi nell’Antico testamento, in Israele non era un segno di disprezzo era si riservato al servo, ma era un segno di accoglienza, di rispetto, di cura, i piedi servono per camminare, seguire la via, poi si ci lavava i piedi perché erano pieni di polvere, non c’erano le scarpe, al massimo una specie di sandali), è importante capire che la lavanda dei piedi come l’ istituzione dell’Eucarestia, si intravede la glorificazione del Signore, non soltanto nei miracoli e nei prodigi che ha compiuto durante la sua vita, ma la sua più alta glorificazione è proprio la croce, e sulla croce che Gesù ha glorificato il Padre, l’apice della glorificazione e quella essere crocifisso, la vera natura di Gesù e il servire l’uomo, quanto ci viene chiesto di testimoniare la vita in Cristo troviamo sempre una scappatoia, siamo tutti come Pietro, “io ti seguirò fino in fondo”, ma al momento della prova cosa dice “io non conosco quell’uomo”, ma e proprio cosi noi quando siamo presi in un clima di fervore, di entusiasmo, di forte emozione siamo capaci di fare tutto, come Erode che si fece incantare dalla figlia di Erodiade e gli promise tutto, al momento della richiesta si turbò, è come può capitare durante gli esercizi spirituali, lì siamo capaci di fare tutto ma poi una volta finiti cosa succede?
Gesù dice io vi ho dato l’esempio, chi vuole seguire Gesù deve essere il servo di tutti, si deve spogliare di se stesso, ecco il significato che si tolse le vesti e si cinge il grembiule, e la spogliazione di se stesso, cosi come sulla croce spogliato di tutto, e per fare questo dobbiamo passare proprio per il venerdì santo, per essere uomini nuovi risorti con Cristo a vita nuova, Francesco ci ha dato un esempio mirabile del suo rinnegare se stesso, andare incontro al lebbroso e lavargli i piedi, curare le ferite, forse non fa anche Gesù cosi con noi?
Francesco con la lavanda dei piedi al lebbroso simboleggia proprio l’uomo nuovo, l’uomo che ama ogni fratello, l’uomo che oltre agli schemi del pensiero umano, è l’amore che ha scoperto amando Dio, che lo ama al di sopra di ogni altra cosa, che lo spinge ad andare incontro al fratello; invece noi siamo radicati nelle nostre passioni, nelle nostre logiche, non vogliamo staccarci da questi, invece l’uomo nuovo, la lavanda dei piedi, questo vuol significare andare verso l’altro con amore disinteressato, che non si condiziona per il suo stato e stile di vita, non è facile credetemi fare questo, Gesù che ci dice “Non c’è amore più grande di questo dare la vita per i propri amici”, è l’amore di Dio che ci nutre e ci travolge a fare queste scelte, e il risultato di una vita spesa solo ed esclusivamente per Dio, che ci fa donare con la propria vita per il fratello.
È in questo contesto che ci viene dato il comandamento nuovo, “Amatevi come io ho amato voi”, con quale amore ci ha amati Gesù?
Io penso non riusciamo a pensare con quale grado di amore ci abbia potuto amare, perché il suo amore oltrepassa ogni confine, attraversa ogni logica, spalanca le porte di ogni cuore indurito, e quello che siamo chiamati a fare anche noi, andare incontro all’altro.
Come possiamo concretizzare questo comandamento? Come attuarlo nella nostra povera vita?
Ne saremo capaci di dare tanto amore come il Signore ha amato a noi? Non è facile, ma è possibile!
Si può mettere in atto, nel difendere la vita, allontanare i propri interessi, eliminare l’odio, l’invidia, lo scandalo, come si attua nel essere costruttori di pace, ambasciatori di misericordia, donando il perdono reciproco, avere gesti caritatevoli, essere in soccorso al prossimo facendosi difensori, tutto questo e rinchiuso in questo testamento che ci ha lasciato Gesù, nella lavanda dei piedi, dandoci l’esempio e il comandamento di amarci con amore scambievole.
C’è lo conceda per intercessione della beata Maria vergine, eletta dal Padre celeste,che ci insegni Lei ad amare e a saperci donare attraverso la sua scuola di umiltà, di silenzio e di amore. Amen.

Fr. Luciano OFM conv.

 
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