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Il termine quaresima, come quello di “avvento, deriva dall’espressione latina “Quadragesima Dies”, che tradotta letteralmente suonerebbe come “il quarantesimo giorno”.
Il quarantesimo giorno rispetto a che cosa però? Ma è ovvio, rispetto alla Pasqua di Risurrezione!
La Quaresima, come il nome stesso ci suggerisce, è un tempo speciale, la Chiesa lo definisce un “tempo forte”, costituito dai quaranta giorni che precedono la Pasqua, cuore e culmine dell’anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Come già in Avvento, anche in Quaresima la liturgia ci propone alcuni segni che, nella loro eloquente semplicità, ci aiutano a comprendere meglio il significato di questo tempo così importante che ci prepariamo a vivere.
In primo luogo, esattamente come già accaduto preparandoci al Natale, anche in Quaresima i paramenti mutano e diventano viola, colore che in questo caso richiama l’esigente e sincero cammino di conversione, crescita e cambiamento a cui ciascuno è chiamato.
Durante le celebrazioni, mentre non troviamo più i fiori ad ornare l’altare, tacciono anche alcune preghiere, spesso cantate, che invece ci accompagnano durante le restanti parti dell’anno. In Quaresima non recitiamo il “Gloria” e non cantiamo l'”Alleluja”. Dobbiamo forse spaventarci di tanta austerità? Assolutamente no! Come quando si avvicina un momento importante abbiamo bisogno di molto tempo per prepararci, per fare in modo di non farci cogliere alla sprovvista perdendo un’occasione magari irripetibile, così la Quaresima ci dà la possibilità di prepararci al meglio al più grande evento che sia accaduto nella storia, la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù.
Se per un esame o un’interrogazione a volte impieghiamo giorni per prepararci, se per una festa o un compleanno mettiamo ogni cura per esserci ed esserci al meglio, tanto più dobbiamo essere attenti nell’accogliere questo tempo che ci prepara alla Pasqua!
La Quaresima è tempo di Grazia, è il tempo propizio per cercare il Signore mentre è vicino, mentre si fa trovare. Questo lo avevano capito molto bene i primi cristiani che vivevano il tempo quaresimale con particolare intensità.
Da un lato tutti i battezzati, consapevoli che ogni uomo è peccatore, si impegnavano seriamente in un cammino di penitenza e di conversione, per poter degnamente accogliere il dono della Pasqua. D’altro canto, e questo è ancor più bello, la quaresima era il tempo donato ai catecumeni, cioè a quanti si stavano preparando a ricevere il sacramento del battesimo, per approfondire e portare a termine il loro cammino di conoscenza del Signore Gesù e della Sua Chiesa, giungendo infine a ricevere il Battesimo proprio nella grande Veglia Pasquale!