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Grandi boschi,voi come cattedrali mi sgomentate;
urlate come l'organo; e dentro i nostri cuori maledetti,
stanze di lutto eterno dove vibrano antichi rantoli,
risponde l'eco dei vostri De profundis.
Io ti odio, oceano!Il mio spirito ritrova
dentro di sé i tuoi balzi, i tuoi tumulti;
nel riso immenso del mare io ascolto
l' amaro riso del vinto, ch'è pieno di singhiozzi e d'ingiurie.
Come, o notte, mi piaceresti senza quelle stelle
la cui luce parla un linguaggio noto!
Perchè io cerco il vuoto, il buio, il nudo!
Ma le tenebre stesse altro non sono
che tele dove vivono,sgorgando
a mille a mille dai miei occhi,esseri scomparsi,
dagli sguardi familiari.
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da: "Les Fleurs du Mal"
La notte s'ispessiva come un muro,
i miei occhi nel buio indovinavano
le tue pupille: bevevo il tuo alito,
o dolcezza, o veleno! (...)
Conosco bene l'arte di evocare
i momenti felici: rannicchiato
fra i tuoi ginocchi, rivivo il passato.
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