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Pensieri d'amore
e di misericordia. Preghiere, lettere e citazioni che siano di nutrimento per
l'anima. |
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Questa è la storia di quattro candele che,
bruciando, si consumavano lentamente. Bruciavano e si consumavano inutilmente perché -
dicevano loro – “Nessuno si cura di noi, nessuno approfitta della
nostra luce e del nostro calore”. Così si espresse la prima candela: “Io sono la Pace, gli uomini non riescono a
mantenermi, penso proprio che non resti altro da fare che
spegnermi”. Così fu, e a poco a poco la candela si lasciò
spegnere completamente. Anche la seconda candela a poco a poco, vedendo
spenta la prima candela, si lasciò prendere dallo sconforto e disse: "Io sono la Fede, purtroppo non servo a nulla,
gli uomini non ne vogliono sapere di me e perciò non ho motivo che resti
accesa”. Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza
soffiò su di lei e la spense. Triste e sconsolata, la terza candela a sua volta
disse: "Io sono l'Amore. Non ho forza per continuare a
rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la
mia importanza. Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro
familiari". E, senza attendere oltre la candela si lasciò
spegnere. Inaspettatamente, un bimbo, in quel momento entrò
nella stanza e vide le tre candele spente. Impaurito per la semi oscurità disse: "Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io
ho paura del buio". E così dicendo scoppiò in lacrime. Allora la quarta candela impietositasi, disse: “Non temere, non piangere: finché io sarò accesa,
potremo sempre riaccendere le altre candele. Io sono la Speranza”. Con gli occhi gonfi e lucidi di lacrime, il bimbo
prese la candela della Speranza e riaccese tutte le altre. Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore … E che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo capace
in ogni momento di riaccendere, con la sua speranza, la fede, la pace e
l’amore. |
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Dice un proverbio arabo che ogni parola, prima di essere
pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull'arco della prima porta dovrebbe esserci
scritto: " È vera?" Sulla seconda campeggiare la domanda: " È
necessaria ?" Sulla terza essere scolpita l'ultima richiesta:
"È gentile ?" Una parola giusta può superare le tre barriere e
raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. Nel mondo di oggi, dove le parole inutili si
sprecano, occorrerebbero cento porte, molte delle quali rimarrebbero
sicuramente chiuse. |
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