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·         Tu, o Cristo, sei vicino a me

 

Tu, o Cristo, sei vicino a me,
sei presente a me a tutti i miei compagni,
per indicarmi e guidarmi nella via della felicità che sei Tu.

Vivo la responsabilità che ho,
che mi sento addosso per averTi incontrato,
mendicando da Te la fedeltà della memoria
e mendicando da Te la capacità di sorprendermi
di come la Tua felicità possa già essere vissuta ora.

 

Per esempio, cominciando ad amare non per tornaconto,
non per piacere, ma per gratitudine, per gratuità;
essendo generoso nel lavoro, anche se non riconosciuto;
avendo presente che Ti si riconosce per la grazia
con cui Ti fai riconoscere e perciò mendicandoTi.

 

Ho bisogno di Te, ma Ti dimenticherei subito,
svaniresti subito dalla mia mente.

 

Ti chiedo:
Fatti vedere, fatti sentire, rendimi cosciente di Te.

 

E mendico da Te, o Signore, di capire come realizzare la vita,
come vivere i rapporti con gli amici, i compagni, il lavoro,
vivere le cose come le vivresti Tu
in modo che un po' della felicità che Tu sei
si riveli al mio cuore adesso.

 

Così che io alla sera sia lieto anche se mi è capitata una cosa grave e possa mantenere, paradossalmente, nel fondo del cuore la letizia.


Siate lieti, l'hai detto Tu, siate lieti, ve lo ripeto; siate lieti.

Tutto quello che vi ho detto ve l'ho detto
affinchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Non nell'al di là.
Nell'aldiqua.

 

(Don Luigi Giussani)

 

 

donGiussani2.jpg

Al grido disperato del pastore Brand nell’omonimo dramma di Ibsen («Rispondimi, o Dio, nell’ora in cui la morte m’inghiotte: non è dunque sufficiente tutta la volontà di un uomo per conseguire una sola parte di salvezza?») risponde l’umile positività di santa Teresa del Bambin Gesù che scrive: «Quando sono caritatevole è solo Gesù che agisce in me».
Tutto ciò significa che la libertà dell’uomo, sempre implicata dal Mistero, ha come suprema, inattaccabile forma espressiva, la preghiera. Per questo la libertà si pone, secondo tutta la sua vera natura, come domanda di adesione all’Essere, perciò a Cristo.

Parole pronunciate davanti a Giovanni Paolo II, Roma, piazza San Pietro, 30 maggio 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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