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Pensieri d’amore e misericordia che
siano di nutrimento per l’anima |
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Nel descrivere l'ingresso di Cristo in Gerusalemme, nessuno dei
quattro evangelisti fa posto ai fanciulli. Parlano soltanto dei "discepoli",
del "popolo", della "moltitudine". Invece, la liturgia,
nei canti processionali e nelle preghiere, li mette davanti. I fanciulli
danno "decoro" e "voce" ai canti dell'accoglienza:
distendono sulle strade, per dove passa il Signore, i loro manti: portano in
mano rami d'ulivo. L'anima, e forse anche l'iniziativa, dello spontaneo e
confidenziale trionfo, che fa da prologo alla grande settimana del Signore,
la dobbiamo a loro. La gente seria, se non è comandata o in rivolta, non dà dimostrazioni
di giubilo disinteressato e pericoloso. Ha una sua compostezza, un suo
decoro, da tutelare. Vedete che neanche in chiesa si accomuna al canto e alla
preghiera. Lo spirito liturgico urta contro questa ostentazione di
superiorità, che, per paura d'impegnarsi, diventa subito assenza. Ci vuole sempre un fanciullo che incominci, o qualcuno che lo è
diventato per grazia. La Maddalena, in casa di Simone il lebbroso, ha fatto una cosa
buona, tanto buona che dovunque sarà predicato il Vangelo sarà raccontato
anche ciò ch'ella ha fatto quel giorno. Anche i fanciulli ebrei hanno fatto una cosa buona: anche se
hanno danneggiato qualche ulivo o sciupato qualche mantello. Ci hanno messo tanta spontanea bontà, che perfino Gesù, così
schivo di popolarità, finisce per accogliere, sorridendo, l'omaggio. "Se
non diventerete come uno di questi piccoli - aveva detto un giorno - non entrerete
nel Regno dei Cieli". Come ama i fanciulli il Signore! Perché non calcolano, perché non hanno false paure, perché non
prendono misura sulle nostre umane prudenze. Il loro osanna è veramente pio,
la loro devozione è veramente uno slancio acceso del cuore capace di tutti
gli impegni. Il bieco fariseo e il grasso sadduceo avranno guardato con
torvo disprezzo l'insignificante rivoluzione, fatta con rami d'ulivo e canti
di fanciulli: ma il cuore del Signore ne trema ancora di commozione e di consolazione.
(don
Primo Mazzolari) |
La
verità ha le sue ore, le conosce e sa attendere: a differenza di qualche suo
impaziente paladino. (Don
Primo Mazzolari- Mazzolari:
se tu resti con noi : pensieri, moniti, orientamenti per l'oggi e per il
tempo che verrà, a cura di Arturo Chiodi, Paoline, 2000) |