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·         Gloria a te o Padre

Gloria a te, o Padre,
che manifesti la tua grandezza
in un piccolo Bambino
e inviti gli umili e i poveri
a vedere e udire le cose meravigliose
che tu compi nel silenzio della notte,
lontano dal tumulto dei superbi
e dalle loro opere.

Gloria a te, o Padre,
che per nutrire di vera manna
gli affamati
poni il Figlio tuo, l'Unigenito,
come fieno in una mangiatoia
e lo doni quale cibo di vita eterna:
Sacramento di salvezza e di pace. Amen.

 

(Madre Anna Maria Cànopi)

GloriaaTeopadre.jpg

L’Adorazione dei Magi (1475)
Sandro Botticelli
Galleria degli Uffizi, Florence, Italy

Il racconto dei Re Magi commuove ancora il mondo. Nei Vangeli, l'apparizione dei Magi è timidissima. Ignoriamo chi siano i Magi che, nel Vangelo di Matteo (Matteo 2,1-23), l'unico che li ricorda, giungono da Oriente: sappiamo soltanto che seguono una stella, giungono a Betlemme, entrano nella casa di Giuseppe e Maria, vedono il bambino, si prostrano, gli rendono omaggio e gli offrono i doni: oro, argento e mirra. I Magi provenienti dall'Oriente rappresentano i Gentili che ricevono la rivelazione di Dio.
L'adorazione richiama la profezia di Is 60,6 che annuncia la liberazione dall'esilio e la confluenza di tutti i popoli a Gerusalemme, che diventerà centro di adorazione perché “è giunta la tua luce e la gloria del Signore è sorta su di te”.L'offerta dei doni (oro, incenso e mirra) richiama il Sal 7,10-11 che annuncia: “I re di Seba e di Saba porteranno doni; tutti i re gli renderanno omaggio”. Con tali richiami Matteo proclama la regalità universale di questo “Re dei Giudei” che i Magi hanno riconosciuto nel bambino di Betlemme. Tutto il resto del racconto della Natività, che trionfa nel Vangelo di Luca, viene abolito da Matteo. Non ci sono i pastori e le greggi, l'angelo del Signore, la grande gioia di tutto il popolo, la nascita del Salvatore, la moltitudine dell'esercito celeste che loda Dio: «Gloria a Dio nelle sublimità e sulla terra pace agli uomini della divina benevolenza»; e sopratutto il segno singolarissimo, il paradosso dei paradossi: «Il Cristo, avvolto in fasce che giace in una mangiatoia». Nel Vangelo di Matteo, abbiamo soltanto questi Magi sconosciuti: saggi pagani, che anticipano la conversione dei popoli stranieri al Signore, mentre Israele lo rifiuta. Erode (Mt 2,13-23) In contrapposizione all'adorazione dei Magi troviamo l'indifferenza e il rifiuto da parte del mondo ebraico e di Erode. Questa scena è un'anticipazione della passione: come Dio ha salvato il proprio Figlio dalle mani di Erode lo salverà dalla morte con la risurrezione. I fatti si svolgono in tre momenti: la fuga in Egitto, il massacro dei bambini, il ritorno a Nazaret.

                        


 

 

 

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